sabato 12 gennaio 2013

VI PRESENTO: Mario Fulvio Bernardini, formatore e coach


Mario Fulvio Bernardini, perché formazione? e perché coaching?

Quali le tue motivazioni?
Con la formazione è stato un incontro casuale, diversi anni fa, ne sono passati quasi dieci, una società dell’IBM ricercava nuove risorse da avviare in questo affascinante percorso.
 Ci fu una bella selezione: alcuni loro formatori con una lunga esperienza alle spalle ci misero alla prova utilizzando telecamere per le simulazioni in aula. Una volta che riuscivi a superare il loro giudizio e il trauma di doverti rivedere nelle tue performance, avevi una solida base per poter iniziare ad erogare i primi corsi.
Così è stato ……
Il coaching, è stato un altro incontro casuale! Un corsista me ne parlò durante una pausa.  Avendomi visto insegnare, riteneva ne avessi le caratteristiche.
Lavorava nel campo delle risorse umane, la cugina era un coach,  nel caso fossi interessato mi propose di partecipare ad una sessione. Di lì a poco ci fu la sessione e dopo alcuni mesi mi iscrissi ad una scuola riconosciuta dall’ICF. Come vedi due colpi di fulmine!
Quello che faccio mi da molte soddisfazioni. Essere d’aiuto alle persone, dare il mio contributo a risolvere problemi specifici, anche se di lavoro, anche se piccoli: è questo quel che mi piace sia della formazione che del coach.
Scuole di pensiero, metodi, teorie… quali sono i tuoi punti di forza?
L’attenzione alla chiarezza nell’esposizione, la pazienza e l’adattamento di argomenti anche complessi per renderli fruibili anche per quelle persone che non hanno un bagaglio scolastico o di esperienza importante alle spalle. Mentre per il coaching seguo un metodo, riconosciuto dall’ICF - la più grande e la più importante associazione professionale di coach esistente al mondo - sviluppato da Ennio Rivolta e la sua scuola CoachUitalia.
Che significato hanno per te le parola “formare” e “coach”?
Visto che il termine coaching ha origine dalla parola francese coche, ossia carrozza, il coach non è altro che un “cocchiere” che accompagna il suo cliente da un punto iniziale ad uno finale. Probabilmente, anche quando ho iniziato con la formazione, mi sono sempre comportato in questo modo, inconsapevolmente. Ecco perché quel corsista mi ha riconosciuto….
Non conoscevo il coach ma già mi comportavo in quel modo, perché anche formare per me è portare una persona da un punto a un altro, aiutarlo nel senso di farlo muovere, essere una spinta, una motivazione.
Qual è la tua area di competenza?
Nell’ambito della formazione le mie competenze riguardano da un lato il pacchetto OFFICE e Visual Basic, dall’altro la sicurezza sul lavoro e quella del settore agro-alimentare, l’HACCP per intenderci.
Mentre per il coaching tratto il life coaching e il corporate coaching
Informatica e sicurezza, come mai materie così diverse?
L'informatica, o in generale tutto quello che ha a che vedere con le tecnologie, mi ha sempre affascinato sin da quando ero piccino, in particolare quando fece la sua comparsa il commodore. Il mio primo pc fu proprio il commodore 128.
Riguardo alla sicurezza mi ci sono trovato dentro. Oltre ad essere una materia che mi interessa particolarmente, sapere che puoi salvare delle vite umane o aumentare la sicurezza e la salute dei lavoratori e dei consumatori, come formatore ti dà una spinta molto forte, una motivazione incredibile. 
A chi ti rivolgi, chi è il tuo pubblico? 
Principalmente il mio bacino d’utenza è formato da aziende.  
La percentuale di persone non inserite in un ambito prettamente lavorativo, sia che si tratti di formazione che di life coaching, al momento è davvero bassa.
Tuttavia spero in un’inversione di tendenza nei prossimi anni, specie per quello che riguarda il life coaching, perché ritengo che sia un supporto davvero efficace.
Da parte mia mi impegnerò a far conoscere sempre più lo strumento del coaching, come valida alternativa, visto che in Italia non abbiamo una tradizione in questo senso, al contrario dei paesi anglosassoni per esempio. Se una persona attraversa un momento di difficoltà, oppure semplicemente è di fronte ad una scelta importante o vuole potenziare una sua caratteristica, ad oggi fa tutto da solo o si rivolge a degli amici o va dallo psicologo. Quest’ultima ipotesi da noi non è sempre vista bene. Molti, a torto, pensano che se vai dallo psicologo hai un problema “mentale”. Io dico invece che ci sono argomenti (o se li vogliamo definire semplicemente fatti) che è meglio vengano trattati dal coach, altri per cui è meglio lo psicologo.
Quali le aspettative che incontri?
Le aziende in generale si aspettano un beneficio.
Riguardo al coach si aspettano che funzioni, non hanno bisogno di una moda passeggera. L’utenza privata si aspetta prima di tutto che io spieghi cosa significa la parola coach ;)
Riguardo alla formazione ci sono persone che non si rendono conto di quanto il loro lavoro potrebbe essere facilitato. Usano programmi e non hanno idea delle potenzialità.
Non è sempre così per fortuna!
C’è chi sente il bisogno di partecipare ad un corso e poi chiede all’azienda di organizzarlo. In questo caso chiede una formazione per esigenze specifiche e dunque si aspetta di migliorare velocemente; ha il desiderio di conoscere, sperimentare e si immagina di imparare bene i programmi.
Ma ci sono persone che  non si aspettano nulla. Ad esempio, mi è capitato recentemente in una grande azienda di sentirmi dire: “abbiamo ricevuto una mail del general manager con la convocazione, il corso non l’abbiamo chiesto noi”.
In questi casi entrano in aula senza alcuna aspettativa. Poi, man mano che espongo gli argomenti, si accorgono che c’è qualcosa che può servire, cominciano a vedere le potenzialità inespresse. Prima non ci pensavano proprio. Insomma il corso serve anche per aprire un po' le teste ;)
La formazione in Italia sta cambiando?
Qualcosa si sta muovendo. All’inizio, visto che c’erano molti fondi da spendere, la si pensava esclusivamente come affare fine a se stesso. Fortunatamente qualcuno si sta accorgendo che, fatta bene magari in associazione con altri strumenti, può portare a risultati insperati.
Nelle aziende cominciano a rendersi conto che gli strumenti non sono conosciuti, che è il momento di lavorare per aumentare efficienza. Ci stanno riflettendo sopra.
C’è anche la formazione della scuola, dell’università, e ci sono i master sia pubblici che privati. Anche nella scuola pubblica qualcosa si sta muovendo. Stanno cercando di trovare un sistema di monitoraggio delle performance, ma sono molto lenti.
Eh sì, io cambierei tutto: metodo d’insegnamento, programmi, metodo di selezione e mantenimento dei docenti. Come per me, che per ogni ora lavorata c’è un riscontro in termini di obiettivi del cliente e questionario di gradimento, così per i professori delle scuole ci dovrebbe essere una forma di incentivi e misurazione delle loro performance.
Con “fondi da spendere” ti stai riferendo alla formazione finanziata, come vedi la sua influenza nel panorama italiano?
La formazione finanziata dà mangiare a molte persone, ci sono intermediari, agenzie, passaggi. A volte vengono organizzati corsi solo nell’ottica di utilizzare fondi a disposizione. Il docente viene scelto puntando a spendere il meno possibile, non ha importanza che il corso venga fatto bene. L'efficienza ne risente la qualità si abbassa.
Senza finanziamenti il settore sarebbe più contratto, ma più concorrenziale. Più concorrenziale perché le aziende utilizzerebbero i propri soldi solo per corsi fatti come si deve e mirati, ed emergerebbero i migliori.
Ma forse non sarebbe affatto la situazione ideale, mi chiedo: senza finanziamenti quante aziende farebbero formazione?.
Concretamente quali risultati si possono ottenere col coaching?
In azienda ormai, e specialmente in quelle medio-grandi, si sta affermando sempre più la figura del coach, perché dà ottimi risultati in termini di aumento delle performance sia personali che di gruppo e di miglioramento delle relazioni. Probabilmente la sfida è quella di far conoscere questo strumento alle piccole realtà e alle persone che hanno delle esigenze non per forza aziendali. Inoltre se si associano formazione e coaching i risultati della prima migliorano notevolmente. Me ne rendo conto se penso a come erano le mie performance prima di diventare anche coach.
Quali progetti, quali novità hai in programma?
Il progetto più importante è creare una società insieme ad altri colleghi che possa fornire una serie di servizi alle Aziende e ai privati. Dalla formazione alla riqualificazione delle risorse, dal coaching all’orientamento al lavoro, dall’assessment alla consulenza Aziendale e personale. Un team di professionisti molto qualificati che si unisce e offre ciò che di meglio sa fare.
Hai un blog vero?

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